

“Inglese per tutto (o quasi)”: Nona Regola
19/10/2023Utilizzo libero di device e internet, il futuro è qui!
Contrariamente a molte realtà educative che vietano l’uso di dispositivi digitali e l’accesso a Internet all’interno delle aule, noi abbracciamo la potenza della tecnologia come un complemento essenziale per l’apprendimento e diamo libertà di utilizzo della stessa tutte le volte che risulta necessario. Ecco come la decima e ultima regola, “Utilizzo libero di device e Internet” spiega la nostra visione della tecnologia!


La Tecnologia Come Estensione Umana
La nostra filosofia è chiara: la tecnologia è un’estensione delle capacità umane. È un mezzo attraverso il quale possiamo migliorare la nostra conoscenza e la nostra vita.
La storia dell’umanità è intrinsecamente legata allo sviluppo di nuove tecnologie. Abbiamo inventato la scrittura perché non potevamo più affidarci unicamente alla memoria. L’automobile è nata per estendere la capacità di spostamento dei nostri piedi. E oggi, i computer, gli smartphone e i tablet sono stati creati per estendere le nostre capacità cognitive. Questi strumenti non ci alienano dalla nostra natura umana; al contrario, aumentano le nostre capacità proprio grazie alla loro integrazione nei più disparati contesti della vita.


Utilizzo libero di device e internet e Apprendimento Responsabile
In questo senso, insegnare ai Dreamer di tutte le età un utilizzo responsabile degli strumenti tecnologici per noi è una semplice necessità.
Siamo fermamente convinti che la tecnologia non sia né buona né cattiva; la consideriamo una forza neutra che può essere utilizzata per raggiungere degli scopi. E’ altresì vero che, nella storia passata o recente, il perseguimento di questi scopi spesso ha generato effetti terribili ed irreversibili per colpa della tecnologia: è proprio per evitare che episodi simili si ripetano che noi ci concentriamo sul suo uso responsabile, ponendo l’accento sull’incredibile apporto che essa può dare a noi e al nostro ecosistema. I Dreamer sono così spinti a sfruttare consapevolmente tutte le enormi opportunità offerte dall’utilizzo della tecnologia, senza timori o pregiudizi.


La rete globale
Internet è una fonte di conoscenza infinita: ognuno di noi ha a portata di click il più grande database di sapere mai costruito. Perché dovremmo negare ai Dreamer l’accesso a questo vasto tesoro di informazioni?
Al contrario, noi li incoraggiamo a esplorare, scoprire e approfondire tutto, anche le proprie passioni, attraverso le risorse online. Li guidiamo nella navigazione in modo sicuro ed etico, insegnando loro a identificare fonti affidabili e a comprendere il valore dell’informazione digitale. Li spingiamo ad utilizzare Internet anche quando noi, e non solo loro, non conosciamo la risposta alle domande: per quanto ci sforziamo, noi esseri umani non saremo mai in grado di battere il potere mnemonico della rete. Prima lo accettiamo, prima alloccheremo le nostre risorse cognitive per task drasticamente più complessi della mera archiviazione dati. Ad esempio, imparare ad interrogare un’Intelligenza Artificiale Generativa e chiederle: “Che tipi di task non sei in grado di svolgere?” e concentrarsi sul potenziamento di quelli. Così, per dire una cosa a caso…


Il divieto è la sconfitta dell’Educazione
Ok, ma come si mette in pratica tutto questo?
Nel nostro percorso alla scoperta delle 10 regole, abbiamo già affrontato il tema della libertà di azione dei Dreamer e della sua gestione da parte nostra (regola numero 8, ricordi?). In questo caso, se vogliamo, ci spingiamo ancora oltre.
Durante i nostri laboratori, come hai capito, la tecnologia in ogni sua sfaccettatura è permessa; sovente capita che i Dreamer preadolescenti o adolescenti abbiano al loro fianco il loro smartphone per tutta la durata dell’attività. E’ chiaro che questa concessione fa impennare in maniera drastica la quantità di stimoli nemici dell’attenzione (chiamate, messaggi, notifiche varie da app di ogni tipo). Se aggiungiamo il fatto che, in quella specifica fascia d’età, è anche molto più naturale che la mente vaghi e pensi a tutt’altro mentre si è nel bel mezzo dell’attività, allora forse noi abbiamo davvero superato il limite questa volta.
“Ora è davvero troppo!”, ti verrà spontaneo affermare.
E invece, per noi di OFpassiON, nemmeno questa volta è troppo. Perché non lo è?
Anche qui, il ragionamento parte da un punto di vista non proprio immediato. La logica lineare spingerebbe una qualsiasi persona a dire: “Se il telefono è una fonte di distrazione, vietarne l’uso risolve il problema alla radice”. Il ragionamento non fa una piega e funzionerebbe…se fossimo essere razionali. Ma, per quanto ci si illuda, l’essere umano è più cuore che cervello, più emozione che logica.
Vietare l’utilizzo dello smartphone significa creare una spaccatura sotto due punti di vista.
Innanzitutto, una spaccatura tra il prima (di entrare nel laboratorio) e il dopo (essere entrati nel laboratorio), tra la vita di tutti i giorni e le attività formative: il divieto diventa un segnale, neanche troppo implicito, di una differenza che non esiste e che noi creiamo. La differenza tra scuola e mondo al di fuori della scuola, tra divertimento e formazione, tra essere liberi ed essere limitati.
“Perché a casa, a lavoro, sul tram, al parco, le persone possono usare lo smartphone e a scuola no?”
Siamo noi, attraverso azioni come queste, che alimentiamo questo gap e, guardando il mondo là fuori con il paraocchi, ci convinciamo che sia la scelta giusta, quella di vietare una tecnologia utilizzata da tutto il mondo, in tutti i contesti.
La seconda spaccatura, più sottile ma lato nostro più importante, è quella che si crea tra Dreamer e Mentor. Un Mentor che vieta ad un Dreamer lo smartphone, inevitabilmente, si allontana da lui/lei. Il Dreamer intuisce che c’è mancanza di fiducia nei suoi confronti, perché vietare, così, per ideologia (perché motivazioni come “te lo levo così non ti distrai” mascherano solamente questo, o una incapacità di gestione, o, peggio, entrambe), genera questa reazione nell’essere umano: “non mi sta ritenendo capace di utilizzare questo strumento“. Se un Mentor non si fida di un Dreamer, come fa un Dreamer a fidarsi di un Mentor?
A quel punto, per quel Mentor, quel Dreamer è sostanzialmente perso: non si impara mai davvero qualcosa quando mancano stima e fiducia verso chi sta insegnando. Forse senza smartphone il Dreamer non sarà più distratto/a dalle notifiche, ma con quasi matematica certezza, da questo momento in avanti, il Dreamer avrà anche deciso che tutto ciò che il Mentor dirà non meriterà la sua attenzione.


Utilizzo libero di device e internet: la nostra soluzione
Per noi quindi la libertà di utilizzo della tecnologia vince su tutto.
“E se un Dreamer si distrae continuamente per colpa del telefono, come fate?”
Ci interroghiamo sul nostro operato. No, non intendiamo dire che mettiamo continuamente in dubbio la decima regola.
Intendiamo dire che ci facciamo domande su come ci stiamo interfacciando con quel Dreamer, e magari anche con tutti gli altri. Perché distrarsi, spesso, è sintomo di noia: e allora, forse, non è che il problema siamo noi?
Eccola, quindi, la nostra soluzione: trovare continuamente il giusto canale di comunicazione tra noi e i Dreamer. Far ricadere l’attenzione su di noi, sul laboratorio, significa coinvolgerli, stimolarli al punto giusto. Creare questo ponte comunicativo non è banale: entra in gioco la nostra conoscenza del loro mondo, l’uso di un linguaggio che ci avvicini a loro, il modo in cui proponiamo l’attività, l’ascolto delle loro opinioni…
Per un Mentor questo non è un compito semplice, tutt’altro: ogni gruppo di Dreamer è diverso da un altro, e ciò che sembrava funzionare perfettamente ieri…oggi potrebbe non essere adeguato (ne abbiamo già parlato, ricordi?).
Ogni volta si ricomincia quasi da zero!
Questa fatica, però, restituisce risultati che sembrano impensabili: nelle nostre attività, i Dreamer non utilizzano lo smartphone “al posto di” ma “in aggiunta a” tutto quello che succede. Lo smartphone diventa così veicolo di approfondimenti, ricerche, video esplicativi, tutorial, traduzioni non solo per sé stessi, ma anche per tutti quei Dreamer che non ne hanno a disposizione uno.
E così, come dovrebbe essere nella vita di tutti i giorni, utilizzare la tecnologia diventa un‘azione naturale all’interno del laboratorio: non vincolata, ma responsabile e libera.


Utilizzo libero di device e internet: la nostra posizione
Nel precedente paragrafo abbiamo usato il condizionale perché è molto spesso vero il contrario, e cioè che da noi arrivino perlopiù Dreamer incapaci di utilizzare responsabilmente device e tecnologie di ogni genere.
Anche di fronte a questa criticità, la nostra posizione educativa in merito non cambia, anzi si rafforza: per quanto sia molto più difficile insegnare un sano utilizzo che vietare, il nostro mestiere è quello di aiutare il prossimo a fiorire, a maggior ragione se il prossimo parte da una situazione difficile e/o svantaggiata, non quello di semplificare la nostra vita di educatori.
E per fiorire in questo mondo, noi riteniamo che la comprensione e l’utilizzo razionale della tecnologia siano ingredienti decisivi.
Consapevolezza, fiducia, comprensione, ascolto, conoscenza e condivisione: questi elementi trasformano uno sfidante problema in una dirompente opportunità.
Riferimenti Bibliografici
- Gli strumenti del comunicare – McLuhan Marshall
- Sapiens: Da Animali a Dei – Harari Yuval Noah