I nostri Strandbeest a Roma
29/03/2019In giuria Leroy Merlin
01/04/2019Se mi seguite sui social avrete sicuramente visto la mia esperienza romana della scorsa settimana: ho portato i nostri laboratori al Salone dello Studente di Roma.
Anche se non era la prima volta che facevo eventi a Roma con andata e ritorno in giornata, complici gli impegni dei giorni successivi con il mio primo speech in inglese a Futureland, di cui vi parlerò più avanti, mi sono sentita un po’ uno di quei grandi manager super-impegnati e senza un attimo libero.
Devo dire comunque che è una sensazione che mi piace un sacco!
A proposito, avete già letto il post con la mia visione di manager del futuro?
I laboratori al Salone dello Studente di Roma
Il viaggio di andata e ritorno è stato utilizzato per sistemare e preparare il mio discorso in inglese.
Al mio arrivo, prima dell’inizio dei laboratori al Salone dello Studente di Roma, sono rimasta abbastanza impressionata dalle dimensioni e dalle possibilità ed opportunità che questa Fiera ha offerto in occasione di una manifestazione così importante interamente dedicata agli studenti.
Il Salone dello Studente di Roma è una manifestazione dedicata all’orientamento universitario, organizzata da Campus Editori, che dal 1990 aiuta i ragazzi di tutta Italia nella difficile scelta post-diploma.
Al Salone dello Studente si parla di Università, si parla di STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), si parla di lavoro, ma si parla di passioni, di realizzazioni professionali e di persone che ce l’hanno fatta.
Speech con Piero Angela
Io sono arrivata esattamente nel momento in cui Piero Angela stava concludendo il suo discorso. Figuratevi il mio immenso stupore nell’arrivare in sala per sentire le ultime battute, essere notata dal dott. Ioppolo, motore di tutto questo, ed essere invitata immediatamente sul palco con una presentazione minuziosa di tutto quello che ho fatto e faccio.
Il senso era quello di portare a Piero Angela uno dei tanti esempi di giovani che non sono come spesso i media descrivono: senza obiettivi e scansafatiche.
La fotografia di oggi che emerge dal Salone dello Studente di Roma è quella di tanti giovani, forse sì disorientati da questo mondo, forse sì pieni di dubbi per il futuro, ma che questo futuro vogliono giocarselo fino in fondo, che hanno tutte le carte in regola e gli strumenti per poter fare della propria vita ciò che più sognano e che, soprattutto, non hanno paura di distruggere i modelli precedenti se questi non hanno funzionato.
I giovani
Definirci Millennials non dice molto: è talmente ampia come definizione che più o meno tutti rientriamo, ma dai tanti sondaggi che nel corso degli anni il Salone dello Studente ha messo in atto ed analizzato, emergono delle caratteristiche comuni, sia dagli studenti, sia dai Millennials in genere, che fanno assolutamente ben sperare.
I modelli di riferimento non sono più i grandi della storia, ma sono persone vicine e reali, spesso la famiglia ed i genitori sono persone di riferimento.
Vivono la globalità e la globalizzazione nel senso più ampio del termine: non discriminano (anzi, sono incuriositi) dalla multiculturalità, non fanno distinzioni per colore della pelle o provenienza o orientamento sessuale, anzi, sono temi che proprio non interessano.
Non sono attratti dal possesso del bene ma dall’esperienza con esso che deve essere al top: non vogliono la moto o la macchina di lusso in garage (per poi magari non avere il tempo di utilizzarla), ma preferiscono il bike sharing e il car sharing per poi permettersi magari un on the road negli USA con l’Harley. Mischiano e provano cibi dal mondo senza preconcetti e creano nuovi mix con quello che più piace, e qualcuno si azzarda anche a farlo in locali e ristoranti particolari che diventano subito un must.
Ma torniamo all’emozione di essere seduta accanto ad un personaggio che ha fatto la storia della divulgazione scientifica in Italia.
Un’immensità anagrafica ci divideva, ma la sua testimonianza così lucida, così severa, ma così positiva per il futuro è stata di grande ispirazione a tutti i ragazzi presenti.
I nostri laboratori al Salone dello Studente
Per me un grandissimo onore ed un privilegio ascoltarlo dal vivo, per poi correre subito allo stand dove avevo i miei laboratori.
Ho portato al Salone dello Studente di Roma la Penna 3D. All’apparenza può sembrare forse un gioco, in realtà i messaggi che un’attività del genere veicola sono tanti e sono quelli che ogni giorno cerco di trasmettere ai bambini ed ai ragazzi che frequentano la mia scuola di robotica ad Alessandria.
Il principio di utilizzo è molto semplice: è lo stesso della stampante 3D ad estrusione. Attraverso una brevissima spiegazione si imparano così i diversi tipi di stampante 3D esistenti e come funzionano.
Ovviamente è impossibile avere una penna 3D per ogni persona che si avvicina al laboratorio, quindi il team working è una skill trasversale che bisogna per forza mettere in atto durante il laboratorio.
Poi la creatività, grande focus. Io preparo sempre alcuni stencil pronti all’uso anche se chiedo sempre di inventarsi qualcosa. Sapete cosa riscontro sempre? Che gli adulti mediamente hanno la sindrome da foglio bianco, non riescono a farsi venire nessuna idea (neppure scrivere il loro nome!) e poi dirottano sugli stencil. I bambini e i ragazzi invece arrivano e sanno subito cosa vogliono fare e cosa vogliono creare!
In collegamento con la Stazione Spaziale
Il nostro stand ha riscontrato tantissimo successo anche tra gli insegnanti.
Al termine delle attività il Salone dello Studente di Roma si è collegato con Paolo Nespoli, l’astronauta italiano che ha risposto dalla ISS, la Stazione Spaziale.
Mi è stata offerta la possibilità di fare una domanda nello spazio. Non avete idea dell’emozione che ho provato quando ho cominciato a parlare pensando a dove stava andando la mia voce.
Non solo una chat come mi era accaduto qualche anno fa con Luca Parmitano (ricordate la mia tesina di Terza Media, vero?), ma proprio il suono della mia voce ha attraversato lo spazio per arrivare fin lassù tra le stelle.
In poche ore due icone della scienza come Piero Angela e Paolo Nespoli e per concludere al meglio la mia esperienza… ho scambiato quattro chiacchiere con la referente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Hanno tantissimi progetti per le scuole ed era interessata alla mia scuola così diversa dalle altre.
Cosa ho in mente per i miei ragazz*? Lo scoprirete presto!