“I tempi dei Dreamer non sono i nostri tempi”: Settima Regola
18/10/2023“Inglese per tutto (o quasi)”: Nona Regola
19/10/2023Niente banchi, sedie e scarpe: liberi tutti!
L’ambiente di apprendimento e le modalità di interazione tra l’ambiente e il Dreamer sono variabili centrali che possono facilitare od ostacolare il suo processo di apprendimento: come creare un ambiente che massimizzi la prima condizione e minimizzi la seconda? L’ottava regola, “Niente banchi, sedie e scarpe”, risponde a questo arduo quesito!
Uno Spazio di Gioco…Familiare
Purtroppo per molti il concetto di Scuola è così carico di emozioni negative che entrare in una stanza che ne ricordi le sembianze attiva sensazioni istintive di repulsione nei confronti di quell’ambiente. La sola vista di banchi e sedie può richiamare alla mente noia, ansia, paura, angoscia, tristezza…insomma, uno scenario emotivo tutt’altro che piacevole.
I nostri ambienti educativi sono quanto di più distante da un ambiente scolastico classico: non esistono banchi, non esistono sedie, per terra c’è un prato verde e sul soffitto un cielo azzurro pieno di nuvole candide. Ampie finestre a parete illuminano di luce naturale lo spazio. Ci si siede su cuscini di ogni forma e dimensione. I muri sono tutti colorati, tappezzati di simpatici adesivi con scritte motivazionali. Tra i muri si fanno spazio due giganti lavagne a parete, utilizzabili in qualsiasi momento con pennarelli e svariati altri strumenti creativi. Gli armadi sono ricolmi di materiali curiosi, utili per i laboratori. Lo spazio libero rimasto è riempito da librerie e giochi adatti a tutte le età.
Entrando in questo luogo, che sembra più uno spazio per “giocare” che per “imparare”, i Dreamers sono istintivamente spinti ad avere sensazioni positive, come quando sono accolti in luoghi che amano. In aggiunta a questo, per sentirsi ancora di più a loro agio, nei nostri spazi Dreamer e Mentor stanno senza scarpe. Questo gesto, quello di levarsi le scarpe prima di entrare nel laboratorio, toglie quel senso di formalità allo spazio e all’attività: “se qui dentro posso stare scalzo, allora posso sentirmi a casa”. E, a casa, ci si sente più rilassati, più sereni, più protetti; in sintesi, quindi, stiamo bene: e quando c’è il benessere, imparare è molto più semplice (ne avevamo parlato qui, ricordi?)
Libertà di Espressione e la sua Gestione
In questo ambiente destrutturato, giocoso e colorato, non ci sono regole precise su come esprimersi: ognuno può mantenere le sue modalità di espressione, a patto che rispetti quelle degli altri.
Per fare un esempio concreto: non tutti ascoltano o lavorano meglio seduti in modo classico; alcuni preferiscono sedersi per terra, altri stare in piedi, mentre alcuni potrebbero trovarsi più a proprio agio sdraiati o addirittura capovolti. Per noi quello che conta è che i Dreamers si sentano a proprio agio mentre fanno quello che fanno.
Questa “libertà” non è esente da complicazioni: a primo impatto, può essere difficile capire se un Dreamer sta ascoltando “a modo suo” o se sta solo distrattamente scarabocchiando sul foglio davanti a lui/lei. E lo è, se ci si ferma solo all’apparenza. Per noi vale la pena approfondire e, attraverso il dialogo, capire se il Dreamer sta seguendo l’attività: con una semplice domanda diretta al Dreamer (“Pippo, cosa ne pensi tu?”) ci leviamo ogni sorta di dubbio – e, spesso, diamo anche una bella spallata ai nostri pregiudizi!
Niente banchi, sedie e scarpe: non è un po’ troppo?
A questo punto potresti pensare: “Non è un po’ troppo?”, ovvero “il mix tra un ambiente super giocoso e familiare, ricolmo di stimoli, dove la modalità di ascolto e attenzione viene lasciata in mano allo studente, non è esageratamente distraente/permissivo?”
Niente banchi, sedie e scarpe non significa però che non ci siano limiti a quello che può succedere nei nostri spazi. La risposta al quesito, lecito, per noi è molto semplice, ed è un deciso: “No”. Ma comprendiamo che al momento sembri poco comprensibile questa situazione, perché far quadrare libertà e limiti non è mai una cosa banale.
La spiegazione della risposta è infatti un po’ meno semplice della risposta stessa, ma se sei arrivat* fin qui vorrai probabilmente leggerla. Mettiti comodo, se vuoi puoi anche sdraiarti e/o toglierti le scarpe…
Di stimoli, costi, rispetto e libertà
Andiamo in ordine e partiamo con il rispondere alla prima parte della domanda, quella che riguarda i “troppi stimoli“.
Per quanto il nostro ambiente sia ricco di stimoli, non pensare che sia un Luna Park!
Ogni “nostro stimolo” può “attivarsi” solo se il Dreamer di sua spontanea volontà decide di attivarlo: in altri termini, ti stiamo dicendo che nel nostro ambiente non ci sono schermi, luci, suoni che attirano – o meglio sequestrano – l’attenzione dei Dreamer. I libri non si leggono da soli, così come i giochi non si giocano da soli e no, nemmeno le lavagne si riempiono di scritte o disegni da sole. Nel nostro caso la “distrazione” è anticipata da uno sforzo cognitivo da parte del Dreamer, che è consapevole di questo sforzo: andare a “fare altro” ha un costo in termini energetici per il suo cervello. In aggiunta, ogni Dreamer sa che ha la possibilità di “uscire dal cerchio” del laboratorio, tra una task e l’altro, solo dopo aver completato il suo task. Non è un divieto, nemmeno un’imposizione o un ricatto: “fare altro” è sempre possibile, ma “fare questo preciso task” è possibile solo adesso, in questo preciso lasso di tempo. Dopo, semplicemente, non si potrà più fare, perché si andrà avanti e si farà un altro preciso task.
Davanti ad una scelta simile (“risorsa limitata nello spazio e nel tempo” contro “risorsa illimitata nello spazio e nel tempo”), se il livello di coinvolgimento percepito dal Dreamer è simile per entrambe le opzioni, la prima vincerà sempre (principio di scarsità).
Scacco.
Per quanto riguarda la permissività sul comportamento e le modalità di espressione, ribadiamo il concetto espresso all’inizio: vale tutto “…a patto che si rispettino gli altri”. Di fatto è tutto qua, non c’è molto altro da dire. Per i Dreamer questo è noto e chiaro fin da subito: qualsiasi comportamento irrispettoso viene arginato attraverso una semplice e precisa spiegazione. Libertà in cambio di rispetto: una trattativa che funziona per tutti e che difficilmente viene rifiutata.
Scacco Matto.
In conclusione, in un ambiente che genera benessere, si impara meglio. Se ci aggiungi la libertà di espressione, il rispetto per gli altri, distrazioni “costose” e una gestione razionale di tutti questi ingredienti, allora ottieni un contenitore educativo di grande valore.
Riferimenti bibliografici
- Le Armi della Persuasione – Robert Cialdini
- Il Cervello. Istruzioni per l’uso – John Medina
- Alessandro D’Avenia e la sua visione della scuola