
“Niente è Impossibile!”: Prima Regola
12/09/2023

“Non solo Tech”: Terza Regola
13/10/2023Dreamer al centro: il secondo punto cardine della filosofia educativa
Nel nostro percorso attraverso le 10 regole di OFpassiON ci immergiamo ora nella seconda regola chiave: “Dreamer al Centro“. Questa cambia radicalmente il modo in cui concepiamo il processo educativo, trasformando i bambini o ragazzi, che noi chiamiamo Dreamer, nel centro nevralgico dell’esperienza di apprendimento.


Antefatto di Dreamer al Centro: Di Sogni, Miti ed Effetti Alone
Chiamiamo Dreamer i partecipanti alle nostre attività perché riteniamo che gli esseri umani abbiano il diritto di sognare e di realizzare i sogni.
Quando parliamo di sogni ci riferiamo in maniera molto precisa ad una tipologia di sogni: i sogni dei Dreamer, non quelli degli adulti di riferimento.
Spesso gli adulti, nel valutare le capacità dei bambini, rimangono abbagliati da un bias cognitivo noto come effetto alone: ritenendo un bambin* “molto bravo” in un determinato campo o contesto, pensano che sia naturalmente portat* anche per TUTTI gli altri campi o contesti e che lui/lei otterrà in essi risultati di pari livello. E, di conseguenza, che sia portat* anche per i campi o i contesti che interessano loro – gli adulti – e non il Dreamer.
Questo mito necessita di essere immediamente sfatato: è importante accettare che ognuno ha talenti e propensioni diversi da tutti gli altri, che i sogni sono personali (condivisibili sì, ma non trasferibili “a comando”), e che la necessità di eccellere in ogni campo dello scibile umano è solo una pericolosa convinzione che non tiene in considerazione le personali volontà dei Dreamer.
In OFpassiON facciamo tutto il possibile per assecondare i sogni e le passioni di ogni Dreamer.
Ecco perché da OFpassiON i Dreamer vengono messi “al Centro”.


Ma che cosa significa realmente “al Centro”?
Fisicamente al Centro: Un Cerchio di Parità
L’educazione tradizionale spesso presenta un modello di lezione frontale, con l’insegnante, trincerat* dietro ad una cattedra, che detiene il sapere, e gli studenti, inchiodati ai loro banchi, che passivamente vengono ingozzati fino allo sfinimento da informazioni di svariato tipo.
OFpassiON sfida in tutto e per tutto questo paradigma. Come? Durante le nostre attività, creiamo un cerchio in cui tutti, Mentor (“insegnanti”) e Dreamer (“alunni”), si siedono alla stessa altezza degli occhi. Questo cerchio rappresenta l’uguaglianza e l’inclusività ed annulla le barriere sociali. Nessuno è avanti o indietro, e tutti sono invitati a partecipare perché tutti sono allo stesso livello. Ognuno ha lo stesso diritto di parlare ed ascoltare, di intervenire, di fare domande e persino di spiegare qualcosa agli altri.


Umanamente al Centro: L’Empatia nel Cerchio
Il cerchio non è solo una disposizione fisica; è un simbolo potente di connessione umana. Mettendo tutti sullo stesso piano, ciò che emerge è un profondo senso di empatia. I Mentor non sono semplicemente detentori del sapere, ma co-apprendisti insieme ai Dreamer. L’apprendimento diventa uno scambio bidirezionale, dove tutti hanno l’opportunità di imparare dagli altri. Questo modello educa alla condivisione e alla solidarietà, rimuovendo l’autorità in favore dell’autorevolezza. Il fluire libero della conoscenza funge da collante tra Dreamer e Mentor, che provano così il piacere sia di condividere ciò che sanno ma anche e soprattutto di imparare ciò che ancora è a loro ignoto.


Attenzione, Motivazione e Apprendimento
Prima di continuare, è necessario prendere una piccola diramazione dal percorso per approfondire su un concetto basilare: l’attenzione.
Affinché l’apprendimento avvenga, l’attenzione è essenziale. Detta al contrario forse fa più effetto e rimane più impressa: se viene a mancare l’attenzione, non c’è possibilità che gli stimoli sensoriali esterni (frasi, concetti, suoni, odori, colori…) vengano tradotti in informazioni persistenti (memoria) dal nostro cervello. Quello che succede quando siamo disattenti è che veniamo, inconsciamente, attraversati da un flusso di stimoli destinato a scomparire dalla nostra memoria. Nella migliore delle ipotesi, le informazioni si fermano nella “sala d’ingresso” della nostra memoria (la cosiddetta memoria di lavoro, o memoria a breve termine) senza passare la selezione ed entrare al “party dei ricordi” (memoria a lungo termine, o semplicemente quella a cui ci si riferisce nel gergo comune quando si parla di “memoria”).
Per tagliare corto, la Scienza ci dice che senza attenzione non può esserci reale apprendimento.
Nel nostro cerchio, l’attenzione è sempre presente. Tutti sono coinvolti e partecipano attivamente all’esperienza di formazione, perché è l’attività stessa che spinge il gruppo a mantenere il livello dell’attenzione al massimo: se anche solo uno dei componenti si distrae ripetutamente, tutto il laboratorio procede a rilento.
Durante le nostre attività, la richiesta di attenzione non segue però un andamento monotono (come, al contrario, succede spesso nelle classi scolastiche, con ore di lezioni interminabili intervallate da brevissimi periodi di pausa): a periodi di grande attenzione (slot temporali nell’ordine dei minuti, non di ore), seguono periodi di svago che permettono ai Dreamer di “ricaricare le pile”. In questo modo i loro cervelli prendono una boccata d’ossigeno, e, potendo alleggerire lo sforzo cognitivo, riescono così far correttamente sedimentare nella memoria le informazioni appena apprese. Al termine del periodo di svago, i Dreamers avranno così la giusta dose di energia necessaria per affrontare al meglio il prossimo slot di attenzione mirata del laboratorio.
A proposito di attenzione, forse ti starai chiedendo: “Ma come riuscite a gestire l’equilibrio del gruppo senza perdere l’attenzione al singolo?”
Se continui a leggere…lo scoprirai!


Educativamente al Centro: l’Autonomia cognitiva dei Dreamer
Per noi Dreamers al Centro significa anche collocare ognuno di essi al centro di un processo educativo che li rende protagonisti attivi dell’esperienza formativa.
Come sottolinea Jordi Matieu Caiev in “Una Definizione di Educazione Viva” l’autonomia cognitiva è essenziale, specie per i bambini. Secondo Caiev i più piccoli hanno bisogno e capacità di prendere decisioni, autoregolarsi e imparare da soli.
Questo approccio non solo fa sì che l’apprendimento diventi il più possibile personale, libero e divertente, ma permette ai Dreamer di sperimentare quella naturale gioia di apprendere senza costrizioni che fa parte dell’innato processo di scoperta insito nel cervello umano, che troppo spesso viene annichilito dagli ambienti educativi che frequentiamo.
Ok ma…nella pratica questo cosa significa?


Dreamer al centro significa anche Individualità e Passioni
L’educazione tradizionale spesso cerca di uniformare gli studenti, utilizzando programmi standardizzati uguali per tutti. OFpassiON abbraccia invece l’individualità di ciascun Dreamer. Ognuno sperimenta un percorso di apprendimento differente dall’altro, percorso che rispecchia necessità, debolezze, potenzialità e passioni di ogni Dreamer.
Seguire questo principio per noi significa assecondare l’esigenze dell’Individuo e quindi dare vita ad un’idea di Collettività che ha come pilastri fondamentali la soddisfazione e il benessere di ognuno e di tutti allo stesso tempo.


Riacquisire fiducia nell’educazione
“Dreamers al Centro” mette il potenziale dei bambini e dei ragazzi al centro dell’apprendimento. In un ambiente di empatia, parità e rispetto dell’unicità, i Dreamer possono esplorare le proprie passioni, imparare con gioia e sentirsi compresi e sostenuti in ogni istante del processo educativo.
Riferimenti Bibliografici:
- Jordi Matieu Caiev, “Una Definizione di Educazione Viva.”
- John Medina, Il cervello: istruzioni per l’uso.