Le regole e i Millennials
Si è parlato di Millennials e di talenti in generale. I talenti non vogliono le regole.
Mi sono abbastanza rispecchiata in questa definizione, non come non necessità delle regole, ovvio che quelle ci vogliono, ma come insofferenza alle regole inutili, alla burocrazia, al controllo.
I talenti non vogliono burocrazia, per potersi focalizzare sul compito preciso che hanno deciso di abbracciare e sul suo sviluppo. Sono diretti verso l’obiettivo e i talenti vogliono essere valutati per i risultati.

Questo poi, come ha sottolineato Ranieri, si scontra però con la realtà dei fatti e delle regole imposte, non solo al mondo HR: contratti nazionali, dei sindacati e delle regole non bypassabili con cui ci si scontra e che non rendono le aziende attrattive da parte dei talenti.
E’ emerso che un metodo per riconoscere i talenti è quello di farsi aiutare. Chi certifica i talenti? La comunità.
Concludendo è emerso che la tecnologia deve possedere le tre E: etica, empatia ed equità.
Gli HR presenti sanno bene quanto deve essere etico il trattamento dei dati e quanto può e deve essere etica una tecnologia.
L’equità è poi un tema di responsabilità sociale e l’empatia deve essere anche, nel senso più ampio, empatia organizzativa e questo riguarda soprattutto il mondo HR. Ecco perchè bisogna curare il sentiment analysis e l’enviroment del lavoro.